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La Belle Dame de Saint-Merci

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Edelfelt e il dipinto di Bianca di Namur

Indice

 

Il dipinto che abbiamo scelto fa parte delle raccolte di un pittore poco conosciuto oggi, ma ebbe notevole fama durante il XIX secolo. Abbiamo scelto questo dipinto non solo per l’ambientazione medievale ma perché si ispira a differenze di altri, contemporanei, si ispira ad un personaggio storicamente esistito, la Regina Bianca di Namur.

 

Il pittore

Figura 1 – Ritratto del pittore

 

Albert Edelfelt nacque a Porvoo in Finlandia nel 1854. Suo padre Carl Albert era un architetto e aveva un’azienda famigliare a Runeberg. Il tempo trascorso nell’azienda famigliare e probabilmente anche i viaggi di lavoro influenzarono molto Edelfelt, che di volta in volta rappresentava alcuni eventi e personaggi della storia finlandese nei suoi dipinti. Albert studiò arte ad Anversa [1] e proseguì a Parigi e San Pietroburgo negli anni ’80 del XIX secolo. Sposò nel 1888 la baronessa Ellan de la Chapelle da cui ebbe un figlio. Edelfelt fu uno dei primi artisti finlandesi a raggiungere la fama internazionale. Godette di notevole successo a Parigi e fu uno dei fondatori del movimento arte realista in Finlandia. Il suo lavoro e il suo stile influenzarono molti giovani pittori finlandesi e colleghi.

 

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La storia di Bianca di Namur

Bianca fu una regina di origine belghe del XIV secolo e non è molto conosciuta alla storia medievale del mondo, ad eccezione del suo paese d’origine e quello in cui visse quale sposa del Re Magnus Eriksson. Bianca nacque a Namur [2], quando a governare Namur era subentrato il Casato dei Dampierre. Bianca era nipote per parte di padre di Guy di Dampierre e della sua seconda moglie Isabella di Lussemburgo. Bianca era figlia di John I di Dampierre e della sua seconda moglie Marie d’Artois. Non si sa esattamente come mai Magnus, re di Svezia scelse quale moglie una donna di Namur, pare che andò lui stesso presso l’omonima città, nel 1334 a chiederla come sposa [3]. Nell’autunno del 1335 Bianca lasciò Namur per una terra straniera e nel mese di novembre (non è un dato certo) si sposò con Magnus, presso il castello di Bohus [4]. Tra i due sposi non vi era una notevole differenza d’età: quattro anni. Lui aveva quasi vent’anni mentre lei era poco più che adolescente. Il loro primo figlio, Eric nacque dopo tre anni di matrimonio e il secondo Haakon VI nacque l’anno successivo [5]. Secondo alcune indiscrezioni pare che il marito fosse omosessuale e che avesse un favorito a corte, una relazione proibita dichiarata e sembra che la stessa Bianca andasse d’accordo con l’amante; ma è una voce dubbia di essere veritiera e probabilmente fu messa in giro da avversari politici non tanto del re, quanto della stessa Bianca, vista la sua notevole influenza politica sul marito. Tale influenza le costò persino la calunnia e nel 1359 fu accusata dal figlio di aver avvelenato la nuora Beatrice di Bavaria ed il figlioletto, ma in vero entrambi i coniugi morirono nello stesso anno, contagiati dalla peste e Beatrice era oltretutto debilitata dalla fatica del parto. La peste uccise l’intera famiglia e si dubita che l’accusa fosse vera, probabilmente si tratta di un’accusa messa per iscritto da avversari di Bianca che le misero contro il figlio, appoggiandolo al contempo in una ribellione contro il padre che determinò la spaccatura del regno ed Eric divenne co-reggente di Svezia. Probabilmente Bianca incontrò nemici ed ostilità fin dal primo momento e contraddizione delle contraddizioni fu infine accusata di avere persino un amante che fino a poco tempo prima doveva essere, secondo le male lingue, l’amante del marito: il duca di Finlandia Bengt Algotsson. Passò gli ultimi anni della sua vita fino alla morte nel castello di Tønsberg e sembra che gli ultimi tempi avesse persino difficoltà economiche. Le cause della sua morte, avvenuta nel 1363 sono sconosciute. Gli storici sostengono che fu una delle più importanti regine del nord Europa, specie di Norvegia e Svezia, grazie alle sue doti di politica e per il suo impegno nel sociale.

 

Discendenti di Guy Dampierre

Figura 2 – Albero genealogico dei Namur Dampierre, discendenti del capostipite

 

Antenati di Blanche of Namur Dampierre

Figura 3 – Antenati di Bianca di Namur nel ramo dei Dampierre

 

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Il dipinto

 

mother-and-child1 - edelfelt

 

Edelfelt si ispirò dunque alla storia di Bianca per realizzare il suo quadro ed è una rara immagine quella che ci viene proposta: una madre che gioca con il proprio figlio, in tempi in cui spesso la madre nemmeno li allattava i propri figli ed essi non avevano con lei il rapporto che noi oggi abbiamo con le nostre madri. Spesso i figli crescevano e vivevano, venivano educati in ambienti diversi da quelli dove vivevano invece i genitori e fin da piccoli erano trattati secondo codici e formalità riguardo il comportamento. Il rapporto che noi siamo abituati ad immaginare tra madre e figlio in epoca medievale raramente esisteva e sono pochi i casi riportati dalle cronache e i documenti per fare oggi delle generalizzazioni.

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I costumi dei personaggi

La scena proposta dal pittore è tutt’altro che quella di una madre distaccata e fredda nei confronti del suo stesso figlio, anzi, nella scena vediamo una giovane donna, molto bella e dal viso paffuto, la veste semplice ed elegante, giocare con un bambino che le siede sulle ginocchia. Bianca indossa un abito realizzato probabilmente in seta, con motivi rigati verticali di diverso spessore, ripetuti. Le maniche della tunica sono lunghe e rosse, con bordi dorati che si ripetono in orizzontale e si intravedono perché le maniche dell’abito vero e proprio sono più corte. Si tratta di un modello non utilizzato nel XIV secolo, piuttosto nel XIII, un modello di cyclas con maniche corte e strette. Sul petto si fa notare una spilla di forma circolare argentea che probabilmente serve a tenere chiusa l’apertura dell’abito. La scollatura è quadrata ed ampia e al collo curiosamente non sono indossate collane o gioielli di alcun tipo. Allo stesso modo non vengono indossati orecchini ma solo una sottile coroncina di perle che circonda il capo ed i capelli, raccolti in una coda molto molle che cade dietro la schiena. Il bambino che le siede sulle ginocchia indossa una semplice tunica di seta color arancione e dei calzoncini che coprono anche i piedi di color verde. Il capo, un caschetto biondo ramato come i capelli di Bianca, è circondato da un cerchietto che funge da corona. È curioso, considerate le origini di Bianca, che il pittore l’abbia voluta rappresentare non con ricchissime vesti, ma con un abito semplice e certamente poco comune nell’epoca in cui Bianca visse, considerando anche che sicuramente lei si poteva permettere cose ben più preziose e costose. Lo stesso ambiente che circonda la donna e il bambino, nel dipinto, non sembra un ambiente sfarzoso e ricco di ogni lusso. Potrebbe il pittore essersi ispirato a Bianca per creare il quadro, ma ritraendo in vero propria la moglie e il figlioletto? La domanda ci è sorta spontanea, una curiosità, ma il dipinto fu realizzato in vero un anno prima del matrimonio tra il pittore e la futura moglie e ci pare difficile che possa esserci una qualche correlazione, di natura personale, tra il pittore e la sua opera; piuttosto, come detto all’inizio egli potrebbe aver voluto realizzare l’opera ispirandosi ad un personaggio storico della sua nazione e visto che le muse ispiratrici sono sempre donne, perché non ritrarre una regina?

 

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Fonti bibliografiche

 

Note

[1] È una città del Belgio settentrionale, la più importante nella regione delle Fiandre, una delle tre regioni dello stato, e il capoluogo della provincia omonima.

[2] Namur è una città belga, attuale capitale della Vallonia, una regione del Belgio ed è capoluogo dell'omonima provincia e sede vescovile cattolica, è posta alla confluenza dei fiumi Mosa e Sambre. La città ha probabilmente origini preistoriche ma viene citata per la prima volta in epoca romana. Ne viene fatta menzione nel Commentarii de Bello Gallico di Giulio Cesare in merito ad una battaglia contro le tribù celtiche locali che furono poi sottomesse e la regione conquistata per essere annessa ai territori di Roma e vi rimase anche durante il periodo imperiale. Il centro divenne importante però soprattutto in epoca altomedievale, sotto i Merovingi che vi costruirono un castello ed una piccola cittadella. Successivamente, sotto il dominio dei Carolingi Namur venne annessa ai territori imperiali e nel IX secolo se ne fa menzione quale città in un documento di Ludovico il Pio (figlio di Carlo magno e della sua seconda moglie Ildegarda, ma solo nel X secolo la città divenne contea, nel 992 d.C. sotto l’Imperatore Ottone III che conferì ad Albert I il titolo di Conti di Namur. Dal XII secolo la contea di Namur divenne però oggetto di dispute territoriali coi potenti vicini di Brabante, l’Hainaut e Liegi e finì per spaccarsi anche se i conti di Namur riuscirono, probabilmente grazie a politiche matrimoniali e alleanze varie a recuperare le perdite. Goffredo acquisì la Contea di Longwy, grazie al suo matrimonio con Ermesinde di Lussemburgo. L’ultimo personaggio importante della famiglia dei Conti di Namur fu Enrico I che ereditò le contee di Durbuy, La Roche-en-Ardenne ed il Lussemburgo. Dopo la morte di Enrico, scoppiò una feroce guerra di successione tra Baldovino V, conte di Hainaut e la figlia di Enrico: Ermesinde che si concluse con la seguente divisione: a Baldovino V la Contea di Namur mentre Ermesine prese Lussemburgo, Laroche e Durbuy e tale situazione permase fin verso la fine del XIII secolo. In quel periodo Baldovino II di Courtenay vendette la contea al conte di Fiandra, Guy di Dampierre. La casa di Dampierre divenne la casata ufficiale che governava Namur e così fu fino al 1421, quando la Contea fu venduta al duca borgognone Filippo il buono.

[3] Bianca vantava comunque nobilissimi natali, di stirpe reale: era per parte di madre diretta discendente del casato della Contea di Artois, nel XIV secolo oggetto della disputa tra Mahaut of Artois e suo nipote Robert III che si dichiarava il legittimo erede, in virtù della Lex Salica. Inoltre Bianca proveniva per parte di padre dal casato dei Dampierre, imparentati non solo con l’Artois ma anche con il Lussemburgo (per via della nonna paterna) e con il ramo di Courtenay, ramo della dinastia Capetingia a partire da Luigi VI re di Francia (per via della nonna paterna della madre). Dunque era scontato che con un tale passato, un re non potesse che avere solo da guadagnarci a sposare Bianca, specie se questo comportava dei vantaggi nella situazione geopolitica del XIV secolo.

[4] Costruito nel 1308, è di piccole dimensioni e se paragonato al resto dei castelli europei del medesimo periodo, presenta ancora oggi un aspetto più altomedievale che bassomedievale. Si tratta di un castello di piccole dimensioni situato in Svezia e ancora oggi esistente.

[5] Pare che Bianca e Magnus avessero avuto altri figli, delle bambine morte però poco dopo il parto e delle quali non abbiamo notizie certe.

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